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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Andrà tutto bene

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Da giorni sono sola. Vago alla ricerca di segni e coincidenze, interpretando    tutto a modo mio, libero arbitrio.  Nei mesi appena trascorsi ho continuato a ripetermi “andrà tutto bene”, come quando in piena pandemia nessuno ci capiva un cazzo di niente e andavo a fare la spesa ogni giorno riempiendo il carrello e immagazzinando quintali di pasta e panetti di lievito. Direi che il risultato più o meno è stato lo stesso, non ho riempito la casa di cibo ma di parole, di gesti, di fatti, non ho fatto la spesa ma mi sono spesa per far andare tutto bene, senza riuscirci.  Ho nutrito questo amore senza sosta, con tanta speranza ed un bel sondino. L’ho rianimato più volte, almeno quattro, ho cercato di girarlo per non fargli venire le piaghe da decubito, l’ho lavato, asciugato e massaggiato, senza capire se stavo facendo bene o male. A tratti, presa dalla disperazione, ho perfino pensato di farlo fuori con un cuscino, di soffocarlo. Non ci capivo più un cazzo alla faccia dell’andrà tutto ben

Camilla

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  Cara Cami, Cara Cami non sai quante lettere io ti abbia scritto nella mia testa e tutte iniziavano e finivano allo stesso modo. ( cara Cami, con amore, la mamma)   Cara Cami vorrei abbracciarti molto di più di quello che mi concedi, quei 10 secondi quando scendi a far colazione, davvero pochi.  Cara Cami a volte vorrei scalfire la tua corazza, vorrei dirti “daiii toglitela, io sono la mamma”  Cara Cami io adoro quando mi mandi i vocali da scuola per aggiornami sui compiti o sulle interrogazioni, io adoro quando mi racconti qualsiasi cosa.  Cara Cami mi sei    molto antipatica quando    dici che il babbo è più simpatico di me e che cucina meglio.  Cara Cami scusa se non riesco sempre a spiegarmi con le parole, vado meglio a scrivere, lo sai.  Cara Cami tu mi fai felice quando mi chiami per dirmi di un bel voto e mi dici “ sei felice mamma?” Sembra tu lo faccia per me e comunque ci riesci, mi fai felice.  Cara Cami ricordati che non ti devi mai vergognare di piangere, mai.  Chi non sa

Joël Dicker Mon Amour

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  10 Giugno, da quaderno umido degli appunti.  Quando finalmente trovo un libro che mi piace è una cosa bellissima, un innamoramento potente che dura in maniera univoca ed in modo direttamente proporzionale al numero delle pagine.  Vengo rapita e nessuno chiede il riscatto.  Appena ho 4 minuti leggo, mi addormento leggendo e la mattina mi sveglio felice come se la sera prima avessi visto un bel film; riuscire a trovare un bel film al giorno d’oggi è arte e culo.  L’unico neo di questa immersione è che non scrivo e le idee mi si accumulano; idee che sopraggiungono solitamente mentre    guido, l’unico momento in cui non potrei leggere, e così si crea un ingorgo nella mia testa.  Prendo appunti, cerco di non perdere niente.  A presto E.

Tagli e Tigli

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 Una sera qualsiasi dei primi di giugno. Il profumo del tiglio è estate; possono esserci anche 40 gradi e può far buio alle nove di sera ma se non sento il profumo del tiglio  non è davvero estate.  Sono giorni non difficili, di più. Troppe scelte drastiche, troppi tagli e pochi tigli, troppo vuoto e poco alcool; sono a dieta da tutto ciò che mi fa bene per poco tempo. Giorni difficili con scelte che lo sono altrettanto ma ne avevo bisogno, stavo soffocando. Così questa sera ho spalancato le finestre della camera per far uscire la pesantezza dei miei pensieri e far entrare due amiche, l’estate e la notte, sperando che quest’ultima mi porti buoni consigli. Mi piace molto il buio estivo, e pensare che fino a vent’anni mi faceva paura in ogni stagione. Per tranquillizzare i bambini una volta gli spiegai che il buio trasformava tutto e tutti, ma non in mostri o lupi o ladri, ma semplicemente diventavamo fatti tutti di buio e questa cosa gli piaceva e alleviava un po’ i timori. E comunque l