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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

Nodi

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“È una di quelle persone che se la lega al dito!”,  ma cosa esattamente?! La rabbia, il rancore, l’astio, il veleno…  Ma poi perché dovremo tenerci a mente, legandocele, le cose brutte quando già fatichiamo a ricordarci quelle belle, quando ancora abbiamo bisogno di un anello che ci ricordi chi ha il nostro cuore. Beh, se la nostra testa ha un limite massimo di capienza, ci converrebbe cercare di riempirla di ricordi felici, risate, profumi, colori  e super alcolici.  Come in tutte le cose  il giusto è sempre lì nel mezzo, tra il mondo fatato del “peace and love” e la Terra dei Goblin; non va bene essere sempre Madre Teresa, ma non va bene nemmeno coltivare vendetta come verza nell’orto.   Bisogna darsi tempo, darsi malati,  e non pretendere lo stesso tempo di guarigione da sgambetti e da pugnalate.  Io credo di essere diventata un buon medico di me stessa e riuscire a darmi i giusti giorni di malattia, a volte ho tempi di guarigione lourdelliani.  Vorrei  pedalare leggera e quindi ho

Una fetta di pace

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 In giro c’è una terribile influenza, ti entra nelle ossa, in testa e ti aggredisce a colpi di martello. L’hanno incontrata Giulio ed i suoi 35 chili.  La cucina da ieri rimane aperta h 24, ogni desiderio viene realizzato; sembro la nonna, sempre preoccupata per la mia magrezza che mi proponeva di tutto pur di vedermi mangiare. Ma Giulio ora è troppo impegnato a lottare contro il suo virus, lo vuole far fuori utilizzando un super potere, il calore, così supera i 39 gradi e diventa di fuoco. Lui drago e io pompiere: scoprilo, via i calzini, fallo bere, acqua, tanta acqua, passagli un asciugamano fresco sulla fronte, dietro al collo, sui polsi, la borsa del ghiaccio, la medicina…si, pure dottore al bisogno e poco omeopata. ( quando ci vuole, ci vuole) In un attimo questo adolescente che solitamente mi snobba mi butta le braccia al collo…”mammaaaa, grazie mammaaa...”, grazie mi dice. Queste sono solo piccole battaglie a fuoco domestico, difficoltà che però danno tempo e diventano un’occas