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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

29 e 30 giugno

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Questa cosa che non dobbiamo avere aspettative io non la condivido.  Non dobbiamo fare le cose per averne altre in cambio, anche se purtroppo tante volte è l'esatto contrario, ma che una persona non abbia mai delle aspettative, che altro non sono che delle previsioni ottimistiche, questo non lo capisco.  E se iniziassimo a chiamare le aspettative, desideri, così potrebbe andare? Il confine infondo è sottile.  Qualche settimana fa c'è stato un piccolo spiraglio temporale in cui si è infilata la previsione positiva di poterti riabbracciare per qualche ora, beh io mi ci sono appollaiata come una gallina sull'uovo d'oro e ho aspettato. Era un desiderio nel quale non potevo interferire, era un’aspettativa. Questa cosa mi ha dato una grande carica, un sacco di vibrazioni positive, mi sentivo felice e nonostante l'abbraccio non ci sia stato, lo spirito era cambiato. Mi sentivo bene perchè la speranza che avevo covato era una forza dentro di me. Alcune volte andrà bene, alt

28 giugno

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28 giugno, tra due mesi compleanno di Otto e tra sei il mio. Detto ciò, oggi ho pensato molto alla rivoluzione che sto facendo dentro, molto dentro, talmente dentro che ancora all’esterno non è arrivata.  Il primo a parlarmi di rivoluzione fu Diego Rivera, il secondo il Papa e mi piacciono in egual misura.  Io non sono particolarmente religiosa, ma quando Papa Francesco è venuto a Cesena mi sono prodigata per andare con il gruppo infuocato della Parrocchia a stringergli la mano. In realtà alla fine mi ha solo sorriso, forse nemmeno guardava me,  ma a Giulio ha dato uno puffetto sulla guancia. Ho anche le foto.  Un discorso fatto da tante parole che si sono depositate  dentro di me come perle nella cassetta di sicurezza della Royal Bank. Il mondo ha  bisogno di un Papa così, io avevo bisogno di sentirmi dire quelle cose.  Ora non ricordo esattamente la combinazione della cassetta, caro Diario di Bordo, ma te ne parlerò, forse. Oppure non te ne parlerò ma te ne accorgerai, infondo  l’amo

27 giugno

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Andando poco dalla parrucchiera mi perdo un sacco di gossip ma devo dire che in due giorni di mare ho recuperato alla grande. E più ascolto questi gineprai e più sono felice di essere libera e innamorata di uno che non conosce nessuno; nessuno ha da dire su di lui perché nessuno sa chi sia, a volte neanche io. Mariti, complottisti, amanti, giardinieri, terrapiattisti, mogli, guerrafondai, terroristi, chi fa del pettegolezzo l’unica ragione di vita. Io farei davvero un falò delle vanità, della stupidità, e non potendo bruciare loro, gli brucerei i cellulari e tutti gli strumenti usati nel lancio di queste mezze verità, mezze bugie. Cazzate insomma.  Ma oggi dai vicini di ombrellone è arrivato uno scambio curioso, il maschio alfa se ne è uscito così: “amore ho voglia in un calippo e tu?!” - io no, grazie- “ ahhh ecco, volevo ben dire, l’ho detto apposta!” Alessia ed io ci siamo fatte una bella risata nascosta dentro la cesta di paglia, poi  mi sono alzata e ho annunciato: “vado al bar vo

26 giugno

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 Scrivo quotidianamente il mio diario di bordo, ma qua la barca sta affondando. Scherzooooo!!!! La barca alcuni giorni è in porto tranquilla, altri dentro a tempeste ribaltanti e un giorno inizierà a veleggiare e a trovare un po’ di pace, il ritmo.  La vita è sempre una questione di ritmo. Sempre. 

25 giugno

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  Il concetto di “proposta nuziale” dovrebbe essere completamente ribaltato. Ci pensavo oggi mentre tornavo a casa in autostrada. Per un attimo l’anello che portavo all’anulare sinistro si è girato, nascondendo la pietra e travestendosi da fede, nuziale appunto. Mi sono ricordata di quanto mi piacesse portarla, del suo potere, della sua invulnerabilità. Ho continuato a metterla per un po’ quando andavo in vacanza con i bambini, mi faceva sentire protetta l’idea di essere ancora sposata.   Desiderare di sposarsi con qualcuno però non dovrebbe essere: ”vuoi diventare mia moglie, mio marito?” Mia, mio, questa possessione cosa c’entra mai con l’amore quando amore è dare e non chiedere.  Non dovrebbe essere una richiesta di possesso ma un gesto semplice in cui uno si affida all’altro, un dono, un portare tutto l’amore e metterlo sul tavolo in cucina e dire, “eccolo” vorrei che tu te ne prendessi cura. È per te.  E viceversa. 

24 giugno

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  Prima giornata di mare, prima bruciatura della stagione. Mi sono data tre  volte la 50+ ma abbiamo camminato in acqua per quasi due ore e ora le mie spalle urlano vendetta. Avevo scelto un bikini della Urbinati minimal e rosso, stava bene con il mio pallore, ora sono il negativo di me stessa. Tutta rossa tranne dove avevo il costume. Ho anche scoperto che la chat “detox” è una bufala, o meglio, l’unica bufalina sono io, sono l’unica che avrebbe bisogno di detox. E infatti l’ho iniziato lunedì, per davvero. Anche a Mister Capri sembro inciccionita dalle foto che gli mando. E io che volevo fare la sexy. Questa sera al ritorno dal mio primo mare avevo davanti una coppia su una vespa bianca come quella di M.C.; erano coordinati nel loro abbigliamento casual e con i loro caschini uguali ma non si dicevano una parola neanche al semaforo e lui non le accarezzava mai le gambe. Noi quando andiamo in vespa sembriamo il giorno e la notte, il sole e luna ma ridiamo tanto, parlottiamo e tu mi acc

23 giugno

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Penna San Giovanni Sono venuta tra le montagne  a cercare il fresco, non l’ho trovato. Queste montagne non sono da scalare e neanche da amare, sono montagne che ti portano su su su e poi giù giù giù, sono semplici e banali montagne russe. L’importante è legarsi bene, stare aggrappati ad occhi spalancati ed urlare come una capra. Provate a prendere un capretto ed ad allontanarlo dalla mamma, ecco l’urlo che intendevo.  Ieri mi sentivo abbastanza felice, senza un motivo,  oggi mi sento abbastanza triste sempre con lo stesso motivo, senza motivo. Ho scelto questa foto per le montagne, non russe ma marchigiane, e per tutta la felicità che abbiamo prodotto in un giorno, in quel giorno di maggio poco lontano ma lontanissimo. Mentre scrivo è da poco passata la mezzanotte,  siamo arrivati al 24 giugno, un San Giovanni che torna.  Mister Calycanthus mi manca fare cose con te. Tutte.  Love   

22 giugno

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Da giorni  Capitan Motoscafo mi dice che la mia Wi-Fi fa schifo, ma credevo fosse una scusa per chiudere la conversazione, stufo di sentire i miei pianti, invece aveva ragione ( quanto me la menerà per questa cosa)  e  infatti la mia schifo di  wi-fi ha dato il collo, non ha retto i 35 gradi con un’umidità del 95%.  Da questa mattina pregustavo la mia serata libera, il mio telefilm, la casa vuota, il baba succo sul divano, il fresco che questi muri riescono a trattenere. E invece manca il tassello più importate, Netflix, senza Wi-Fi Netflix non funziona,  senza Netflix addio telefilm.   Maledetto Netflix, ci  rimani invischiato come un delfino curioso e senza accorgertene ci passi le ore, quel "guarda episodio successivo" ti crea dipendenza, non hai attese di una settimana e te ne stai lì catatonico per ore. Pensandoci è diseducativo. Per fortuna non ho quasi mai il monopolio del telecomando; ti accorgi di quanto tempo dedichi al divano  ed alla sua socia tv, solo quando ques

21 giugno

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Se l’autunno è la stagione dei colori, l’estate è la stagione dei profumi. Oggi è il 21 giugno per davvero, oggi è ufficialmente iniziata l’estate, l’aria profuma di caldo, di frutta e di fiori gialli. Ho mangiato la mia prima pesca e per la prima volta ho esitato sul desiderio da esprimere, non ero pronta. Per anni ho chiesto di incontrare una persona speciale e per anni la vita mi ha regalato amiche eccezionali, amiche che tuttora occupano un posto speciale accanto a me. Ho capito così che la vita  non è solo dura, ma anche un po’ dura di comprendonio; ma  del resto si fa molto prima a trovare una donna speciale che un uomo speciale… Quest’anno avrei potuto chiedere lo sterminio di mosche e zanzare ma non ci ho pensato e oramai ho usato il mio desiderio primizia per chiedere un paio di sandali color pesca. Ovvio. Vabbè, connfido  tutto nei primi meloni.   In foto crostata con frolla senza glutine (ceci riso) marmellata di albicocche, fatta da me, e pesche.   

19 giugno bis

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  Oggi Cami è il tuo compleanno e io non potevo pensare di non lasciarti qui qualcosa di scritto.  Hai una mamma un po’ così, una mamma che a volte comunica poco verbalmente, una mamma che ti lascia bigliettini ovunque e mille messaggi, hai una mamma che fa fatica a fare i conti con l’amore che prova. Mentre ti scrivo ho dei goccioloni che ti farebbero tanto ridere, come quando arriviamo alla scena clou del film e tu, dalla tua postazione divano, mi dici: “mamma non piangere” e se mi allungo e ti sfioro aggiungi: “non mi toccare”.  L’unico momento della giornata in cui ti fai toccare è quando, ancora addormentata, vieni in cucina per salutarmi, li ho circa 45 secondi in cui abbracciarti. Le prime volte ti davo un abbraccio veloce e poi mi rimettevo a fare le mie cose, ora che ho capito che quelli sono i soli secondi a disposizione per avere tra le braccia la mia bambina, ti stringo finché non ti allontani. Otto ogni mattina assiste intenerito a questo tenero siparietto  e appena ti dil

19 giugno

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 Quando vai al ristorante sai che potrai incontrare o intravedere qualcuno che ti sta antipatico, se sei davvero fortunato potresti mangiarci vicino e, sicuramente, la sera in cui non sei in forma. Questa cosa la mettiamo in conto ed ora più che mai, dopo mesi di asporti e master chef improvvisati, credo che sia un rischio che tutti siamo disposti a correre.  Quando fai una cena a casa, aperta al pubblico, ad amici o, ad amici di amici, saprai che qualcuno ti chiederà chi c’è, che qualcun altro starà a casa perché hai invitato quello e che qualcuno invece verrà perché la tua amica super gnocca è tornata single.  Ma quasi nessuno pensa alla possibilità che si ha durante queste cene. In primis puoi conoscere persone gentili e simpatiche e puoi farti conoscere al di fuori di una “storia” o di una foto, puoi far sentire il tuo profumo e mostrare quel fascino di movimenti e gesti che solo la realtà, grazie a Dio, rivela. Ma sopratutto puoi cambiare idea, puoi avere il coraggio di scoprire p

18 giugno

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  Cena d’estate, da non confondersi con cena “ e state pure”, perché non avevo studiato bene i vari coprifuochi, credevo che a mezzanotte dovessero andare tutti a casa, mi sbagliavo. Ora sono sola con i miei 42 bicchieri di cristallo da lavare a mano e lo smistamento immondizia da fare. Mi fanno compagnia il gallo ed il pavone che se la cantano e se la suonano.  Finalmente ho scoperto chi da inizio a questa menata notturna: quel decerebrato del gallo! Il pavone fa 4/5 urli dei suoi, il gallo invece insiste e spinge sempre di più, forse vorrà far spuntare il sole, non mi capacito cosa abbia da cantare in questo buio accecante, sono sparite anche le lucciole.  Fermi tutti, il gallo si è fatto il suo assolo e poi muto, quel bastardo del pavone ha richiamato i suoi amici e fanno le prove per la Messa  , “Pavoni per caso”  Vorrei tirargli un sasso ma dormono sul filo della luce e neanche con una fionda potrei centrarli. L’unico è farsi una pistola laser e cercare su giallo zafferano una bel

17 giugno

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Concentriamoci sugli aperitivi sul divano,  Concentriamoci sulle buche fatte per i lamponi ed i mirtilli, Concentriamoci sul numero della farmacia di turno, Concentriamoci sulle patatine fritte a cubetti, Concentriamoci sulla rampa in legno, Concentriamoci sul primo caffè chiuaua,  Concentriamoci sulla gita in bici verso il mare,  Concentriamoci, non diluiamoci.  ( in cassate) 

16 giugno

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  In tutti gli sport che ho praticato nella mia vita, ho sempre scelto compagni di gioco molto più bravi di me. Per loro poteva essere snervante tirarmi     la pallina, passarmi la mazza, o la cuffia, invece per me loro erano un esempio, lo stimolo. Io mi applicavo ma ero scarsa quasi in tutto.   Anche a scuola non sono mai stata la più brava della classe, sempre sul sette e mezzo, ma mai nove per intenderci. E mia mamma tornava a casa ogni volta con questa frase: “puoi fare di più”. Io ero convinta di dare il massimo, come negli sport. Solo ora che sono lontana anni luce dal quadro, riesco a vedere chiaramente la figura, i colori, i bordi e tutte le sfumature. Potevo fare di più, molto di più.  Evidentemente mi limitavo, ero una limitata.  Ho avuto un grande riscatto con l’amore praticandolo e donandolo in modo illimitato;    ho dato più che ricevuto e ho sempre scelto avversari, concorrenti, soci, molto più scarsi di me. Dovevo insegnargli tutto    e questa cosa mi piaceva da matti,

15 giugno

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Prendi carta e penna e scrivi da una parte le prime cose che ti vengono in mente che ami di me e dall’altra    quelle che odi. Ora osserva le due parti, e rifletti bene sul peso che vuoi dare a tutto ciò che hai scritto. Se ci fosse una vittoria schiacciante di una delle due parti, non saremo qui. Ci sarà un po’ di parità, o no?!? Cosa vedi? Bene, ora pensa a tutto quello che c’è lì nel mezzo, tra quell’amore e quell’odio, nella parte neutra. Perché è su quella che dobbiamo lavorare. Ora metti a posto la penna e butta la carta nella carta. 

14 giugno

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Quando non hai le forze di nuotare e hai paura di affogare, ti appoggi ai ricordi, a quegli scogli che riemergono dall'acqua un po' scivolosi e pungenti, ma che in quel momento sono il tuo unico appiglio. -Novembre- Avevi il mio numero da più di un mese ma ti decidesti  a scrivermi un freddo e assolato sabato mattina in cui, guarda caso, sarei andata a pranzo con un altro. “ -Questo è un segno, pensai- ma   andai comunque al pranzo.  Ero in cucina e mi appoggiai  al tavolo incredula per quella puntualità lacerante.  Cercavi delle risposte, cercavi parole che quella mattina ti sfuggivano e le chiedevi a me; ti eri accorto, leggendomi con attenzione, che tra una parola che scrivevo e l'altra,  ce ne erano nascoste almeno tre.   Così un sabato bussasti  e ti fermasti  con eleganza sulla porta, poi con meno eleganza io ti presi per un braccio e ti portai dentro, dentro il mio casino, dentro il mio cuore incerottato, dentro la mia strana testa, dentro la mia zona di confort che

13 giugno

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In questo ultimo anno, più di una volta,  mi sono sentita fare la stessa domanda: "Ma non hai paura a vivere da sola in una casa così grande, così isolata?!" la mia risposta è sempre la stessa, io ho Otto. Questa sera che non ci sei, le mie certezze traballano un po'. Mi manchi molto, mi mancate tutti. Mi manco anche io. Ho dato a ciascuno di voi un pezzo di me e questa sera mi sento sbrandellata e squilibrata, in questo letto.  Il  mio problema è che amo troppo, e se è vero che rinunci ad una parte di te quando ami qualcuno, cosa mi rimane? Non mi resta che far entrare in casa il senso dell'abbandono, la paura, l'neguatezza e mescolare le carte.  Siamo in quattro, tutti contro tutti.

12 giugno

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  Ale ascolta un po’ di musica, Vale dorme, sono sola con la mia prima prova costume, e sono stata sconfitta.  C’è un bambino in piscina, un bambino che non sta zitto un attimo e si tuffa ripetutamente tra i vari insetti morti che galleggiano. Peccato non sia arrivato mezz’ora fa quando, oltre che agli insetti ed alle farfalle, c’era un bello scoiattolo galleggiante. A Vale     inizialmente sembrava un gatto, poi un cagnolino, poi si è messa gli occhiali ed eccolo lì, un fratello di Alvin morto affogato nella piscina che doveva accogliere il nostro acqua gym. Nessuna si è più immersa, neanche un piede. Il poveretto si sarà tuffato da uno dei pini che ombreggia la collina e non avrà valutato bene l’impatto. Bambino e scoiattolo a parte, questa collinetta ogni anno ci regala magia, ed ogni volta si consumano fatti tragicamente comici qua; la prima fuga con Alessandra, l’incendio, il vecchio e la gonna di merda potrebbero essere     solo alcuni dei capitoli divertenti di questo diario. Un

11 giugno

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  Sono in cucina che colaziono con mirtilli, cioccolato e pinoli tostati, quanti pinoli io abbia fatto fuori in questo anno, uno non lo crede. Li metti nella padella, ti giri un attimo a prendere una cosa e loro sono carbonizzati. Questa colazione me l’ha insegnata Chiara; l’originale prevede more selvatiche, ricordo perfettamente quando mi ha regalato quel cestino di bacche appena raccolte. Da quel dì, frutta a colazione. Ma poi, perché possiamo dire pranzare e cenare e non esiste colazionare , “ ciao, cosa fai ?!” -Colaziono!-, che non mi vengano a dire che è il pasto più importante della giornata e così poco alfabetizzato.  Negli anni ho anche scoperto che quelli che non fanno colazione, e fateci caso, sono un po’ strani. Io l’amo.   Il nostro primo incontro si è basato, innalzato, piantato, eretto, proprio su una colazione, e c’erano i mirtilli. Solo i mirtilli.  Ero così emozionata per quella sorpresa alle 4 della mattina che avevo bisogno di stare seduta, e in più avevo il terror

10 giugno

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  Questa non è una sensazione di fallimento, è più una sensazione di mancata trasmissione. Non ti ho trasmesso l’importanza del sapere, la bellezza di conoscere le cose, la potenza della cultura. Ho sempre saputo che non esiste Dna che tenga, che non passano per osmosi certe attitudini, ma credevo che con l’esempio ci fosse un minimo di imprinting. Invece pare che a te non freghi nulla se hai perso. Perché è così hai perso, hai perso un anno; perso un anno nei tik tok, perso un anno nelle serie più cool di Netflix, perso un anno in Instagram e perso un anno nel telefono. Questo anno l’hai perso, andato, non torna più. Dovrai sederti nello stesso banco e aprire gli stessi libri, vedere gli stessi professori, sentire  parlare delle stesse cose, potresti fare gli stessi errori, non capire e fare spallucce. Potresti continuare a dirmi che va tutto bene quando invece va tutto male.  Oppure potresti essere curiosa, metterci del tuo, approfondire, scoprire, far tuoi certi concetti, potresti i

9 giugno

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 Mattinata iniziata in salita, poi la pioggia in quota, la nebbia, il ghiaccio. Ancora non abbiamo raggiunto la vetta. America è stanca di tutte le critiche, Selvaggia cerca il silenzio e sogna un letto caldo, forse anche un bagno. Gli zaini sono stracarichi e ci fa male la schiena, tutte abbiamo varie escoriazioni e vesciche nei piedi. Chi non ha mai scalato una montagna non lo sa, può solo ascoltarci con gli occhi e capirci con il cuore.  Prima al campo base mi hanno fatto cucinare, non c’era tanta scelta, ho optato per un classico:”Pollo al cocco”  Prendete un petto di pollo e fatelo a cubetti 4x4 circa, infarinateli. Nel frattempo mettetevi una maschera da sub e tritate una bella cipolla dorata. Mettetela in padella un po’ di acqua e fatela appassire, poi olio sale pepe. Aggiungete i cubetti di pollo e fateli rosolare con la cipolla. Quando saranno ben crostati e sigillati aggiungete una lattina di latte di cocco. Ovviamente non la lattina ma solo il latte. Salate, pepate, peperonc

8 giugno

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La prossima settimana sarà il tuo compleanno, non occorre specificare il giorno perchè farai modo e maniera per farlo durare davvero sette giorni .  Quando eri piccola, fino a tre anni fa,   decidevo quasi tutto io, poi piano piano è finita che non sono neanche più  tra gli invitati, da birthday planner a tassista-cameriera in un lampo, perchè è davvero così la vita, un lampo. Con te facevo presto, festa a casa, tutto rosa, allargavi invito anche a sconosciuti pur di avere un'amarea di regali da aprire, ti posizionavi al cancello di  ingresso - "no regalo, no party"-. Abbiamo sempre festeggiato i compleanni nel nostro giardino e quando, in prima media, sei voluta andare in pizzeria per me è stato un trauma, poi hai iniziato a segare di netto il parentame e l'anno scorso hai invitato solo  quattro amiche. Ricordo che la sera prima andammo dalla mia parrucchiera a Cesenatico perchè volevi essere più bionda per la tua festa, e siccome tenevo ai tuoi stupendi capelli più

7 giugno

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Questa mattina aprendo il frigorifero e guardando il cestino delle uova, cestino che riempie Giulio, sono stata investita da un ricordo felice.  Un giorno caldo del 2015 Camminare sul pavimento di resina , in estate, è una grande goduria. In questi dieci passi che mi separano dalla cucina decido di raddrizzare subito il tiro della nostra domenica: “Bambini facciamo le crêpes?!" Che poi perché parlo al plurale non lo so, dato che faccio tutto io.    Prima di aprire la porta del frigo mi fermo ad ammirare la luce che separa la cucina dalla sala, un fascio bianco sbatte nel tavolo con le mie cupole di vetro ricoperte di collane e piene di ricordi, di viaggi, di me, di noi. Prendo le uova, quante uova! Ma quanto sono produttive le nostre galline?! Devono essere galline felici. Quando andiamo in campagna è diventata la priorità di Giulio raccogliere le uova e questo mi rende orgogliosa, si è inselvatichito molto, lui che era un fighetto di città, forse non ne conosce l’esatta provenien

6 giugno

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 Domenica 6 giugno♥️ Sei qui accanto a me. Fuori si sta annuvolando, un po' come i miei pensieri. Quando sei arrivato era notte ma c'era un sole che illuminava tutto.  Ero pronta a rivederti e diventerò pronta a salutarti ancora. Cercherò di non piangere fuori. Mi mancherei. Piangerò dentro. Ma poi ritornerei. Sorriderò ovunque. Poi ripartirai. Sarò fragile e flessibile. I miei piedi andranno dove sei tu, i tuoi piedi ti porteranno dove sono io. Piove.

5 giugno

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Stazione di Cesena Quando non dai amore, sei molto concentrato su te stesso, non rinunci a nessuna parte di te e riesci a focalizzare tutto, ad essere performante, una vera e propria macchina da guerra. Nessun rischio, nessun dolore, siete tu ed il tuo obiettivo. Peccato non mi sia mai successo. Mi sono sempre sentita piuttosto sola ed inutile quando il mio cuore se ne stava  solo ed inutile nella sua gabbia, quella toracica, nonostante la porta fosse aperta. Ho iniziato a concentrarmi sull'amore dato, piuttosto che su quello ricevuto, quando ho capito che avrei continuato a fare i conti con ciò che provavo io, e non su ciò che gli altri davano a me. Ho iniziato quindi ad essere molto sincera con me stessa e se le cose non si mettevano fin da subito come dicevo io, le cose non andavano. Avevo anche trovato la scusa che  se la parola amore, ed anche cuore, contenessero un'unità di tempo, le ore, dovevo avere pazienza ed aspettare, darmi una chance. Ora credo che quelle ore  non

4 giugno

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4, il mio numero preferito da sempre. L'unico numero che ti offre la possibilità di scelta: puoi scriverlo così, 4, oppure con un'unica linea, sempre quattro è.  Mi piace perchè è stata Giulia a farci diventare quattro, lei da tre, triangolo, ci ha trasformati in  quadrato, e se un triangolo può essere isoscele, scaleno e pesare più da un lato che da un altro, un quadrato è equilibrio, unità, uguaglianza. L'importante è non dimenticare mai che a qualsiasi figura geometrica tu appartenga, la vita non ti lascia applicare le "regole", devi fartele, impararle, farne delle nuove, cambiarle e a volte, dimenticarle.  

3 giugno

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Starwake Caro Comandante del mio Cuor, pensavo che tu potessi esercitare questa tua carica unicamente in mar, mi sbagliavo. Questo diario di bordo è nato con te, per te, a volte scrivo di me, per me,  altre sento il bisogno di prendere la tangenziale e tornare al noi. Mi manchi. Devo dire che mi sembra un mese che non ti abbraccio e in realtà sono 10 giorni,  ho ricontrollato due volte il calendario e incredula ho anche contato con le dita, mi sono bastate. Probabilmente mi capita la stessa cosa quando mi metto a dieta e mi tolgono la pizza. Ti ricordi quando abbiamo iniziato a scriverci e ti ho detto che pizza e amore per me erano sullo stesso livello, beh ora  tu sei un gradino sopra, almeno ad una marinara. Ieri mi hai detto che forse nel fine settimana hai due giorni a terra e a me la terra è mancata, da sotto i piedi. Ho iniziato ad elaborare piani, a montare impalcature e a riscrivere la sceneggiatura, quel "forse" ha messo l'interruttore su ON, quel "forse&quo

2 giugno

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la mia breakfast Domenica,  mercoledì 2 giugno. Oggi mi sono svegliata convinta che fosse domenica e quindi ho trattato questo mercoledì come tale: colazione nel divano. Credo che ognuno di noi  abbia una specie di rito domenicale: c'è chi va a comprarsi il giornale, chi va al bar, chi alla Messa, chi si sveglia presto per andare a correre, io mi preparo la colazione, se viene bene la fotografo anche,  e me lo mangio lentamente davanti alla tv. Da mesi non mi ritagliavo più questo spazio, avev o rinunciato al mio rito; o non ero a casa, o non ero sola. Questa mattina sono rientrata un po' nella mia confort zone. Tutta la mia casa è per me una confort e incasinat zone. Tanti anni fa per me rimanere in casa era una tortura, ogni cosa, ogni mobile o soprammobile che fosse, mi feriva, e non c'entra con la casa, con i ricordi, c'entra solo con i pezzi, quei pezzi che non combaciano più, quei pezzi che ci sono caduti per terra e forse ne abbiamo anche smarrito qualcuno, c'

1 giugno

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  Giugno col bene che ti...  Sono molto affezionata a questo mese, forse è davvero il mese più bello dell'anno, anche se dico questa cosa per maggio, luglio, settembre e dicembre. A giugno sono diventata mamma per la prima volta, a giugno fioriscono i tigli e i gelsomini, le colline si tingono di giallo ginestra, la durata del giorno sembra infinita, a giugno ci sono le ciliegie e nell'aria c'è odore di estate. E soprattutto a giugno finiscono le scuole.  Avevo scritto "chiudono" ma poi ho pensato che con tutte queste aperture e chiusure straordinarie ci fosse già un bel casino. A giugno le scuole finiscono proprio, anche se sei vaccinato, se il Covid l'hai già avuto o sei immune, a giugno a scuola non ci puoi andare, è serrata, closed, -non insistere bambino-. Giugno va vissuto un po' a rilento, va assaggiato e respirato, non si può prenderlo di petto, va un po' tastato per cercare il giusto ritmo. Giugno è un bel mese per innamorarsi, per sentire la